Dulce Mori

Dulce Mori

Cos’è che non capisce?

“La situazione” rispose il tecnico trafelato poggiando finalmente a terra una angolo della
bislunga valigia cromata.

Non ha chiara la vision?

No no… per carità. é che…

“Lei è nostro dipendente da molti anni”, lo fissava attraverso le spesse lenti bifocali dalla
montatura sottile che si ostinavano a scivolare sul naso adunco quasi volessero dare
quell’aria d’intesa di chi, per avere un contatto più vero, ti guarda oltre il filtro vitreo.
Ma era solo merito del sudore.

Sì… sì… infatti

Uno dei tecnici più qualificati

“Ah… grazie.” Era la prima volta dopo tanto tempo ad accarezzare mute superfici di frassino,
rovere, noce, larice e mogano che riceveva una dolcezza lui. Era orgoglioso d’indossare la
casacca con il logo dell’azienda.

Se la deve togliere

Cosa?

La casacca.

L’indice peloso andò dalla casacca a resettare gli occhiali scivolati.

Perchè?

Meglio di no. L’operazione non ha come finalità la valorizzazione del brand.

Ah

è più discreto tenere un profilo ba… basso.

Ripeté ancora qualche volta “basso” mentre tentava di sfilarsi lo zainetto portato aderente
alla schiena e forse un po’ troppo giovanile per il Co-fondatore, ma si sà che alle volte un
piglio aggiornato anche nel look aiuta a dare un’immagine rampante, anche se il tipo di
business è secolare.

Cosa ne facciamo di questo?

Di cosa?

Del suo monopattino.

Non è mio. é sharing.

A quella parola il tecnico guardò con complicità il mezzo elettrico con un ghigno intrigato,
oscillando la testa gocciolante che confermava l’intimo sospetto di vivere in un’altra epoca,
mentre senza suono la sua bocca pronunciava lentamente il nome “Shari”.

“A quanto pare c’è tutto.” I quattro occhi bifocali del co-founder scrutavano nella profondità
dello zainetto. “Lei ha tutto?”
“Tutto quello che mi hanno dato in sede” disse sollevando la valigia di circa un metro di
lunghezza.

Bene. Mi segua.

Presero a camminare con vigore in ordine d’altezza e di grado. Girarono per i vicoli deviando
a destra e sinistra con la stessa sicurezza di quando si punta su passe o manque.

Qui… -nelle vicinanze di un luogo animato.- Non mi sbatta la valigia sulle gambe!

Mi scusi, non volevo. Posso aprire?

“Ecco il solito dipendente imbecille a cui bisogna imboccare il cervello” pensavano gli occhi
ingranditi dalle lenti e dall’intolleranza. Si limitò a dire: ma è stupido?
Erano le sette meno cinque della sera e le piccole piazze del centro erano il luogo di
approvvigionamento e rinfresco di molta fauna urbana. Qui, nelle stagioni dei caldi, molti di
questi colletti erano assidui abbeverarsi da bicchieri colorati e spumeggianti.
Necessitavano di sbottonarsi fino al pelo intorno al loro banchetto.

Ho detto basso… profilo basso. Venga!

Il classico vicolo cieco dei film. Anche se non ci stava capendo nulla, il tecnico sentiva
friggere quell’emozione sulla schiena come quando venne scelto dalla maestra per fare
l’albero di natale durante l’ora di matematica: le interiora di un piccione erano i festoni rossi;
le insegne, le luminarie alternate.

Ora… apro?

Si sentiva lontano il brusio degli ignari.

Sì!

Finalmente poteva essere scartato il “regalo” che la Sig.na Manfredi dell’area vendite gli
aveva dato dopo una lunga telefonata alla madre.
Dove però? La custodia era bella e il contenuto sostanzioso. Per terra era sporco. Magari
appoggiandosi sul gradino di una serranda. Bastava mettere in equilibrio la valigia su una
gamba, facendo piccoli saltelli per recuperare stabilità con l’altra–

Che fa?!

“Mi spiaceva poggiare la valigia per terra eee…” s’interruppe. La E si spense in gola mentre
guardava il suo superiore: aveva una pistola Beretta 7.65 in mano. La stava guardando con
attenzione facendo ruotare più volte il polso con scatti secchi come se al suo occhio
calcolatore non potesse sfuggire il più piccolo difetto. “Direi che la fornitura sia valida per
essere un usato.”
La valigia bislunga ora pesava di più. A scuoterla non trapelava alcun segreto del suo
interno. Del resto era una bella valigia.
“Degli straordinari non ti puoi fidare” pensava, “è sempre di più di quello che ti aspetti”.
Poggiò la valigia a terra ed emettendo i soliti grugniti di un uomo della sua stazza, si
accucciò e fece schioccare le due chiusure.
L’apertura era ben oliata nei cardini e l’interno si presentava anche più elegante nei
finimenti. Il mitra era precisamente il pieno di uno stampo in gomma nera, simile al memory
foam. Dava l’impressione d’essere solida ma al tatto era morbida e vellutata: Nuovi materiali!
Facili da trattare, probabilmente. Si potevano proporre all’azienda. Perchè no? Il risultato era
molto preciso e forse avrebbe conservato meglio la salma negli anni. Forse poteva essere
anche a portata di vermi.

Ha qualche dubbio?

No, no, mi sembra ottimo.

E allora che c’è?

Non capisco l’operazione.

é solo una questione di marketing.

Marketing?

Ampliamento di clientela.

Ma siamo nel pieno di nuove produzioni… solo che ieri mi sono state comunicate
cinque ordinazioni.

Sono tempi proficui è vero, ma non bastano. Vogliamo ampliarci, aprire una
succursale a Milano.

A Milano?!

Sì, è il momento di diventare grandi.

Senta dottore io però ho famiglia qui… e non so se…

Non si preoccupi. Lei ci serve qui. Non verrà trasferito. Ora imbracci quel dannato
mitra.
Sollevato, il tecnico impennò l’arma a modo di quei tizi arabi che aveva visto anni addietro
agitarsi in televisione. “A-ah… non male! Chissà che buchi.”
Tla-tac: risuonò il caricatore nella Beretta. “Deve caricarlo”.

Tlahacca-ten-tantacla-tocchete-trum

Che Cristo sta facendo?!

Mi scusi, è che il foro non mi combacia al tentativo d’immissione.
“Tenga… dovrei avere qui un libretto…”. Rovista nello zaino.

Ah no, niente. Ho fatto! Guardi bastava spingere questo bottone qui.

Bravo! Non ha caso lei è tecnico.

“Eh-eh, da quando ero bambino.” Gli sorridevano i baffi e gli occhi neri brillavano come lo
Scorpion EVO che teneva in braccio. “Allora? Ci buttiamo in balera?”

Ma lei ha perso il lume della ragione?

A… mi pareva strano

Rovista nello zaino: “Metta questo”

Cos’è?

Una calza all’uncinetto

Che bello, grazie!

é un passamontagna! Lo prenda

Con sto caldo?

Estivi non ce n’erano. Lo metta. Come le ho detto questa è una fase molto delicata.
Si stanno affacciando molti competitor. Non possiamo commettere passi falsi
danneggiando la nostra reputation. Ce l’ha fatta?

Non riesco con una mano sola!

Venga qui, l’aiuto io. Tiro di dietro. Dio com’è sudato!

Gliel’ho detto che è caldo. E che è troppo piccola.

Che schifo! Rimetta l’arma nella cassa… nella custodia e faccia da sè
Il caldo serpeggia e impasta di sudore l’emozione dei due che toccano le loro armi come
adolescenti che armeggiano sottocoperta nei sonni delle loro polluzioni. Si appoggiano con
la schiena sull’angolo del palazzo fresco del vicolo sudicio d’urina di cane. Aspettano.

Cosa aspettiamo?

Il nostro target

E sarebbe?

Uomo bianco, tra i sessanta e i settanta, cravatta sfilata, pensionato di fresco, ventre
gonfio, colletto della Lacoste alzato e una sicurezza ultraterrena di pensare
all’approvvigionamento familiare anche dopo essere spirato grazie ad
un’assicurazione

Bella descrizione!

Ho fatto il Classico. Non si bada a spese per certi pater familias. Se puntiamo bene
potremmo arrivare a belle commissioni… una “Salvezza in Ciliegio” per esempio

U-uuh la Ciliegio! Con venature rossicce…

Magari una “Abete rosso Aeternitatis” con intarsi personalizzabili

Che bella! In alcune abbiamo inciso certi scarabocchi in ebraico

Per non parlare della “Mogano Dulce Mori”

Mmmmh, la Dulce… tentatore!

Con guarnizioni in oro e rivestimenti interni di seta porpora

Cuscini in piume d’angelo

“IL CONFORT, QUA E ALDILA’”.. un claim inaffondabile

Che bel riposo! Lei mi fa venire voglia… Se solo potessi permettermelo.

Se lo può permettere. Questo mondo è pieno d’occasioni, se farà del suo meglio
vedrà che andrà lontano.

Ma ho già 54 anni…

L’azienda sarà sempre con lei. Sempre.

é molto gentile da parte sua

Dovere. Ora la smetta di starmi addosso e diamo un senso a questa giornata. L’arte
di ogni predatore sta nella pazienza.

Posso togliere il passamontagna?

Sì, ma stia pronto.

Imbracciavano le armi, pronti da un momento all’altro a fare un’incursione verso qualche
ignaro passante. Passarono due ore e mezza nella pura immobilità. Un basamento assente
li divideva dall’essere monumento a qualche resistenza tra le tante di un paese dell’est. Ma
non c’era retorica di Stato anti-comunista. Solo il buio, un piccione schiacciato, lontane
insegne intermittenti, un cane accovacciato e loro. La schiena sull’angolo del palazzo del
vicolo sudicio, d’urina e merda di cane fresca.
é insolente la natura d’estate che immobilizza ogni volontà di business. Si tende a rimandare
in quel di settembre. Si va in vacanza con i corpi per tornare più volte con la testa.
I lavori sono duri d’abbandonare. Alcuni il caldo li spinge a massimizzare la loro campagna
di generazione clienti.

Hai una moneta?

Il monumento rimane fedele a se stesso. “Scusa, amico. Ce l’hai una moneta per
mangiare?”

Guardi mi sa che dice a lei

Lasci stare

“Per favore…” il ragazzo mostrava l’interno del suo cappello com’era in uso tra i colleghi.
L’azione era studiata in termini di comunicazione. Tutto lasciava trapelare che fosse un Poor
Devil: le sopracciglia spioventi, gli occhi caricati di succulente tristezza, la tragica maschera
greca che amplificava il sibilo di una voce intenta a com-muovere le monete del portafoglio
di pelle chiara. Un’espressione troppo zuccherina per essere sulla faccia di un uomo, che
però si sposava bene con le ciabatte consunte.

Per favore…

Cosa vuoi?

Mangiare qualcosa

Stiamo lavorando

… è verò stiamo lavorando

Ma per favore… sono molto lontano da casa

Chi t’ha detto di allontanarti?

Chiedo solo una moneta

Non ne ho! Pago con la carta. Visa. Hai il POS? Non credo. Va via

Per favore fratello mio

Non ne ho! Glielo dica anche lei

… é vero paga sempre con la carta. O con l’orologio, quello che appoggi

Smartwatch

Solo una moneta, niente di più

De Luca lo allontani lei!

D’accordo, senti figliolo devi andare. Noi qui stiamo lavorando. Vedi…

Il tecnico mostrò il mitra. Il suo inconscio si rallegrava di tale gesto: dopo tanti filmini
interraziali, ora era lui ad avere il calibro più grosso.
La luna dei ricordi del ragazzo schiariva di nuovo le notti più pericolose del villaggio.
Il deserto non era finito.

No, no, no… scusa non volevo. Non volevo.

“No volevo-no volevo”… intanto è qui da dieci minuti

Senti figliolo, vuoi due euro?

No… no. I’m good.

Due euro! é Madre Teresa?

Un euro, posso darti solo un euro, ti va bene?

Ok, ok

é nella tasca della mia casacca. Reggi un attimo

Lo Scorpion passò dalle mani mono a quelle bicolor. Il socio fondatore andò in apnea per
trenta secondi: L’Africa è sempre stato un continente complicato. Rivoluzioni ogni martedì.
Sulle stanghette degli occhiali bifocali il sudore gocciava non più solo per il caldo. Tamburi
tribali risuonavano in lontananza e uno sciacallo gli parve stesse ringhiando–

Ecco qui! Tieni. Due monete da cinquanta.

La trattativa si concluse in un attimo. L’arma tornò nelle mani del tecnico.

… Grazie

Puoi andare

… sì

Perchè non se ne va?

Non ho altro, mi spiace.

… va bene

Guadagni abbastanza così?

No tanto

Quanto?

circa 20 euro

Al giorno?

Non male

140 a settimana: 560 al mese. Lasci stare De Luca

Dove vivi?

Qui

Hai casa tua?

No… Associazione cattolica. Loro mi ospitano. Aiutano

Ah sì?

Le ho detto di lasciare stare!

Sì: per mangiare, dormire, lavoro. Tutto

De Luca lasci star–

SBAAARAAAAVAAAAAVAAAAM! Fiiiiiiiiiiiischio alle orecchie.
Un piccione schiacciato, una cacca di cane, un corpo a terra e due in piedi.

Che cazzo ha fatto!?!

Gli ho sparato

Perchè?! Con questo non ci fai neanche una cassa per la frutta! Neanche i
pensionati con la minima prendono così poco.

é vero Dottore

E allora cosa l’è passato in mente?

L’associazione. Ha detto che pensa a tutto. Vede di solito per questi ragazzi foresti
queste organizzazioni religiose non hanno problemi a spendere per le cerimonie
funebri. Non sarà una Dulce Mori, ma magari una bella cassa in larice viene fuori. E
poi ci ha visto in faccia, per non parlare del logo sulla casacca.

Cosa ne dice?

L’indice resettò gli occhiali: “Dico che lei andrà lontano.”

Grazie

Del resto non si può sempre andare a pesca di lucci enormi… Lei è sprecato come
tecnico lo sa?

La ringrazio

Con questa grinta e prontezza di spirito si potrebbe meritare persino un 0,5% delle
azioni societarie

Troppo buono

Devo però parlarne con gli altri

Certamente

Ora lasci il nostro materiale espositivo sul corpo e filiamocela prima che arrivino dei
seccatori.

Sicuro.

Sistemarono le armi nei rispettivi contenitori.
Il tecnico continuò a meravigliarsi di come lo Scorpion EVO si sistemasse alla perfezione
all’interno della gomma nera nella bella valigia cromata bislunga. Una domanda continuava
a pulsare nella sua testa pelata: Chissà se le Associazioni Cattoliche sono intenzionate a
sperimentare nuovi materiali per la sepoltura di questi ragazzi?