Per il futuro
Col passo sicuro del broker esperto sfreccio sotto il porticato per entrare nell’ampio ingresso del palazzo che fa tanto ottocento vittoriano: come staglia con tanto di cupola sulla piazza centrale. Una volta c’era scritto Borsa. Ora la scritta è spenta. Scale: neanche per idea. Ascensore: schiaccio il tasto, si accende e si spegne. Non va; il solito vecchio deve aver lasciato la porta aperta. Schiaccio di nuovo. È inutile. Una donna mi passa dietro e apre la porta dell’ascensore a fianco. Eh certo! Nel palazzo Vittoriano mica poteva esserci solo un ascensore. Proletario distratto che non sono altro. Entriamo entrambi. Lei mi sorride dal basso della sua vecchiaia di lusso.
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